C’è chi guarda alle cose come sono e si chiede “perché”.
Io penso a come potrebbero essere e mi chiedo “perché no?”
Robert Kennedy
In quanti modi possiamo esprimere la creatività? Cosa significa essere 'creativi'? In che modo la creatività è indispensabile nella realizzazione concreta dei nostri sogni, dei nostri progetti? Inizieremo a scoprirlo oggi, grazie a un entusiasmante viaggio in compagnia di Deborah De Rose, giovane mamma avvocato, creativa, visionaria, nonchè founder di Interazioni Creative, un progetto di innovazione sociale made in Calabria. #creativialavoro, questo il titolo della nuova rubrica mensile curata da Deborah, sulla quale non voglio anticiparvi nulla. Sarà Deborah a parlarcene più nel dettaglio, dopo averci raccontato un po' di sé, della sua vita, dei suoi progetti.
Inizierei chiedendoti di parlarci un po’ di te. Per esempio, qual è la tua formazione? Quali sono le tue passioni?
Ho una formazione umanistica che mi ha condotto a diventare avvocato molto giovane. Sono curiosa, idealista ma anche pragmatica. Ho 33 anni, sono mamma, e mi sento profondamente radicata alla mia terra in cui ho deciso di restare nonostante dopo la laurea abbia avuto l’opportunità di lavorare nel nord Italia. Oggi sfrutto le mie competenze legali nel mondo creativo, da due anni insegno diritto in un’accademia di moda, mi occupo dell’ideazione e progettazione di svariati progetti creativi, e ho fondato Interazioni Creative. Ho molte passioni, sperimento molto, sento continuamente la necessita di leggere e scrivere, adoro lo zenzero e il mare in inverno, mi piace la campagna, e mi diverto a fare il pane e la pasta in casa. Adoro il vintage e l’artigianato. Da sempre sono creativa, mi piace disegnare e fare cose, mettermi in gioco, apprendere tecniche e sperimentare.
Ti conosciamo tutti come la founder di Interazioni Creative. Ci puoi spiegare, cos’è Interazioni e perché nasce?
Per assecondare il mio amore per la scrittura, anni fa, mi sono lanciata in un blog (http://interazioni-creative.blogspot.it) in cui le prime parole che ho digitato sono state “innamorata della mia terra racconto opportunità”, senza mai immaginare che i valori e i sentimenti che indagavo e esprimevo sarebbero evoluti in un progetto condiviso, di innovazione sociale, autofinanziato e senza fini di lucro. Con non pochi sacrifici siamo anche riusciti a inaugurare uno spazio a Cosenza, versatile e ben curato, un mix tra laboratorio creativo e coworking, mi piace definirlo uno spazio dove vivere le proprie passioni, coltivare entusiasmo e sostenere intuizioni. Interazioni Creative nasce per sostenere e diffondere i benefici dell’economia collaborativa; chi vuole mettersi in gioco condividendo le proprie conoscenze e il proprio sapere fare trova un clima accogliente e proattivo, valori positivi e magari le persone giuste per realizzare le proprie idee di impresa creativa.
Cosa significa per te ‘essere creativi’? La creatività è un dono innato o si sviluppa e si coltiva nel tempo?
La creatività è una dote innata nell’uomo ma è anche un atteggiamento mentale che va coltivato. Essere creativi significa dare sfogo alla propria curiosità, sentirsi liberi di sperimentare, giocare, provare e anche fallire. Aprire la mente agli stimoli più disparati, ampliare il proprio campo di interessi, lavorare in un ambiente di lavoro ideale, ma anche rilassare la mente con attività di svago, passeggiate, sono condizioni favorevoli per alimentare la propria creatività. Ma anche la noia aiuta a essere creativi, le migliori idee mi vengono proprio quando affronto periodi di carico lavorativo.
Ci consiglieresti uno o più libri sulla creatività?
Il primo tra tutti è “Makers” di Chris Anderson, un libro che non può mancare nella libreria di un buon creativo, artigiano, maker, appassionato di “fai da te”. Un libro che mi ha molto colpito è “Il cervello geniale” di Estanislao Bachrach che spiega attraverso le neuroscienze come possa essere alimentata la propria creatività. E poi c’è “Ruba come un artista” di Kleon Austin, in cui viene fornito un nuovo punto di vista per scoprire e valorizzare i propri talenti. L’ultimo che voglio consigliare è “Solidarietà” di Stefano Rodotà perché penso che l’arte e la creatività siano il miglior strumento per costruire legami sociali, aiutare le persone a interagire per diventare cittadini più consapevoli.
Quanto è importante l’interazione con l’altro, con il diverso, per sviluppare un progetto che possa definirsi creativo?
Non è possibile pianificare la nascita di idee originali e innovative, ma è possibile porre delle condizioni che ne favoriscano l’espressione. Interagire è una di queste condizioni. Le idee innovative nascono dalle intuizioni e queste sono favorite dalla creatività, importante è creare il clima giusto che incoraggi le persone a sentirsi libere di esprimere il meglio di sé. Determinante è il confronto anche tra persone con competenze afferenti a diversi ambiti, io mi diverto molto a favorire la nascita di relazioni, là dove non ne esistono ancora, tra persone, tra idee, tra opportunità, da qui si creano molte sinergie creative, intuizioni, quelle che mi piace chiamare appunto le “interazioni creative”. Penso che affrontare una stessa questione da più punti di vista sia molto stimolante, ci si arricchisce vicendevolmente, ci si confronta, si impara a collaborare, si apprende, si impara a ascoltare, aumenta la fiducia e si comprendono le proprie potenzialità. Il virtuosismo creativo che ne deriva è straordinario.
Hai deciso di aprire Interazione Creative a Cosenza. Quali sono, a oggi, i pro e i contro di questa tua scelta?
Aprire uno spazio a Cosenza è una grande sfida ma un luogo fisico è fondamentale se si vuole favorire la nascita di una comunità collaborativa e creativa. Ho sempre desiderato vivere e crescere in un contesto accogliente in cui condividere valori, entusiasmi e passioni, ho cercato uno spazio per molto tempo, e sono molto orgogliosa che il frutto di grandi sacrifici oggi sia anche per altri un punto di riferimento, oltre a uno spazio carino e confortevole. Non ci sarei riuscita senza la collaborazione di tanti, lo spazio è stato arredato in economia coinvolgendo creativi e artigiani della nostra comunità, dai mobili, all’illuminazione, alle tazze per sorseggiare insieme un buon infuso. Il risultato è molto carino, molte immagini sono sul nostro nuovo sito in uscita interazionicreative.com.
Il contro di tutto questo? Lo spazio assorbe ogni nostro sforzo e risultato. Interazioni Creative è un progetto condiviso e inclusivo, accoglie il fermento del nostro territorio, contribuisce a fare germogliare dal basso idee innovative, ma non beneficia di alcun sostegno. Siamo uno spazio privato aperto alle esigenze del territorio e sarebbe stato un grande incoraggiamento poter usufruire di uno dei tanti spazi di proprietà comunale in disuso. In altre regioni anche le istituzioni hanno iniziato a vedere i progetti di innovazione sociale come il nostro con ammirazione aprendo un dialogo costante. Ma siamo fiduciosi che le cose possano migliorare anche a Cosenza e in Calabria.
Oltre a essere una giovane imprenditrice di se stessa, sei anche mamma. Cosa significa essere una mamma che lavora oggi?
Diventare mamma è stato il più grande dono che potessi ricevere nella mia vita. Ritengo che la famiglia sia da considerarsi come l’impresa creativa di ogni donna, bisogna essere un po’ team leader, avere ottime capacità organizzative, calibrare i tempi, contenere gli sprechi, favorire la condivisione, saper gestire momenti e tenere conto di esigenze diversificate. Il mercato del lavoro è profondamente cambiato nell’ultimo decennio, riforme legislative che puntavano alla flessibilità hanno generato precariato, il posto fisso con tutele annesse è ormai cosa rara.
La maggior parte delle donne oggi lavorano come freelance e libere professioniste, chi decide di avere un bambino non è legittimata da nessuno a riprendere e a impegnarsi per costruirsi un lavoro, non ha alcun sostegno economico, da sola non guadagna abbastanza per permettersi un asilo nido, se è fortunata, avrà la comprensione della famiglia e quindi una speranza, ma, se anche la famiglia non la sostiene, anche la donna di maggior talento deve fermarsi, attendere, procrastinare la concretizzazione dei propri progetti e non certo a causa del suo ruolo di mamma, ma a causa dell’assenza di un sistema di politiche che la sostengano efficacemente. La conseguenza è che molte donne sono costrette a compiere una scelta inevitabile: lavoro o famiglia? Quando una scelta è inevitabile non vi è libertà. Ancora tanti sono i passi che ritengo debbano essere tracciati per poter parlare di emancipazione, di pari opportunità e di libertà.
Che consiglio ti senti di dare a chi ha una propria idea e ha il desiderio di trasformarla in impresa in Calabria?
Iniziare, non cadere nella trappola “momento giusto”, quello non arriverà mai perché spesso mettersi in gioco fa paura e si tende a rimandare di continuo. Lanciarsi e iniziare a coltivare la propria strada, fare esperienza sul campo, confrontarsi e acquisire competenze trasversali è il miglior curriculum anche per trovare lavoro. Se si ha un’intuizione bisogna difenderla da chi all’inizio non riuscirà a comprenderla, non bisogna abbattersi e arrendersi, se un’idea non viene compresa potrebbe esserci la buona possibilità che sia innovativa e arrivi a rompere tradizionali confini. Fare impresa in Calabria è possibile, quanto difficile, come nel resto del mondo, non esistono limiti neanche logistici. Quando si lavora con passione i risultati arrivano, internet è uno strumento alla portata di tutti, se si produce valore lo si può comunicare al mondo intero. Tenacia, bisogna essere tenaci, importante è anche circondarsi di persone positive e proattive.
Cosa ti piace della collaborazione con Startup Calabria?
Seguo da sempre il vostro blog e ora collaborare è un immenso piacere. Sono rimasta ammirata da come la vostra realtà sia riuscita a favorire la nascita di sinergie tra chi fa innovazione in Calabria, riuscendo a attirare sul nostro territorio l’attenzione di grandi personalità innovatrici del panorama nazionale. Riconosco in Startup Calabria la stessa voglia di fare e di creare, con e per il territorio, proprio come ci impegniamo a fare in Interazioni Creative. Quando a muovere le collaborazioni è la condivisione di valori e un’autenticità di base ne può nascere solo qualcosa di buono. A incuriosirmi è anche la complementarietà dei nostri progetti, questa collaborazione potrebbe essere il primo step per nuove idee. Chissà, intanto procediamo con passione e professionalità.
A chi si rivolge e cosa racconterà la tua rubrica?
Mi piace immaginare che ogni giorno nella nostra terra ci siano dei #Creativialavoro che come teneri e fragili germogli verdi arrivino a spaccare una terra solo apparentemente arida e ostile.
#Creativialavoro è la rubrica che racconterà di coloro che decidono di difendere le proprie intuizioni, curare le proprie realtà, sviluppare i propri progetti, con creatività, impegno e determinazione. Focus della rubrica sarà il processo creativo che conduce a mettersi a lavoro, a creare bellezza, quella capacità che appartiene ai visionari, a coloro che vedono possibilità e iniziano a fare. Attraverso le interviste tenterò di fare emergere i tasselli che si sono rivelati fondamentali nel percorso di trasformazione di idee e sogni in progetti concreti. La rubrica sarà a cadenza mensile e ho già in mente delle belle storie da raccontare, ma, il programma è ancora aperto, tutti coloro che sentono di essere dei #creativialavoro possono raccontarsi inviando una mail a interazionicreative@gmail.com; artigiani, maker, designer, imprese creative, associazioni, realtà aziendali, gruppi informali… attraverso un racconto autentico scopriremo insieme come spesso a fare la differenza sia la conquista di una consapevolezza nuova.
Hai un mentore, una citazione, un testo da cui trai forza e ispirazione?
Ho un mentore, una persona che stimo per coerenza di vita e di valori semplici come il senso della famiglia e l’amore per la propria terra, è Andrea Bartoli, fondatore, insieme alla moglie Florinda Saieva, di Farm Cultural Park, un luogo in cui si coltivano le migliori speranze della Sicilia. Andrea conosce bene cosa significhi portare un’idea nuova nei propri territori; quando ho iniziato con Interazioni Creative avevo tante paure, ma, nello stesso tempo, anche tanto entusiasmo e una visione chiara dei sentimenti che il progetto avrebbe messo in campo, qualcosa mi ha attirato a Favara nell’estate del 2014 e li ho trovato le risposte che cercavo. La citazione che sento molto vicina al mio carattere è di Victor Hugo:
“Non c’è niente come un sogno per creare il futuro. Oggi utopia, domani realtà”
Ho capito che chi ha un obiettivo ambizioso, che per molti appare irraggiungibile, camminerà per sempre per raggiungerlo, ma camminando avrà l’opportunità di crescere, di confrontarsi, di evolvere, di cambiare. Non bisogna mollare le proprie visioni e desideri di cambiamento, è proprio l’utopia il dono.
Il tuo futuro in tre parole.
Entusiasmo, creatività, determinazione… voglio difendere queste mie attitudini caratteriali, sento che, riuscendoci, sarò felice e con me le persone che amo.

